Testi di: André Chastel, Luciano di Samosata, Leon Battista Alberti, Giovan Battista Lalli, Katherine Mansfield, Luigi Pirandello
1984 / 160 PAGINE
Era tempo che la presenza della mosca nella pittura fosse catalogata: André Chastel ha concretizzato quest’impresa in questo ironico libro. Sfilano qui più di cinquanta incarnazioni artistiche dell’insetto, affiancate da un’antologia letteraria.
Tra la seconda metà del Quattrocento e la seconda metà del Seicento, molti pittori inseriscono nelle loro composizioni sacre, e anche profane, una mosca dipinta con tanta verosimiglianza da sembrare vera. André Chastel, storico dell'arte, francese innamorato dell'Italia, ha cercato di ricostruire la storia della mosca dipinta. Per lo meno agli inizi la mosca fu introdotta come capodopera, come affermazione della propria abilità e delle proprie convinzioni da parte dell'artista. Uno scherzo da illusionisti, che racchiude però significati più complessi. La mosca dipinta poi si evolve. L'insetto, si sa, non è amato e va dall'essere insetto semplicemente molesto, fino a essere il segno stesso della morte. Ed ecco che col tempo “la burla di Giotto” dà origine a un corteo di simboli là dove si vuole rappresentare la caducità e la precarietà della vita, delle gioie terrene. Il libro rincorre le mosche quadro dopo quadro e racconta come i quadri siano disseminati di segnali anche minuscoli, di trame, di trappole che, di volta in volta, assumono la forma di un fiore, di un insetto, di una gemma. Si tratta di saperli leggere per addentrarsi in una storia che è anche un'avventura dello spirito umano.