Il Labirinto scritto
Le figlie di Gailani
Rosita Copioli
2020 / 136 PAGINE
Vorticoso e lirico, si srotola allargandosi nel tempo e nello spazio con un ritmo proprio. È la storia di un legame, nato e poi sepolto in un cassetto, che ritorna alla luce grazie alla poetessa, che con pazienza converte l’invisibile in visibile.
Le figlie di Gailani e mia madre, il libro della poetessa riminese Rosita Copioli, è un originale e intenso racconto in versi.
La storia, affascinante e intricata, ha inizio a Riccione, così vicina a quella Rimini che già dall’antica Roma era definita terra di incroci, “caput viarum”, e fa incontrare, al tempo della Seconda Guerra Mondiale, mondi imprevedibili e distanti, la madre della poetessa e le figlie di Gailani, tra i fondatori del partito arabo nazionalista e in rapporti con Hitler e Mussolini.
Il legame che nasce da questo incontro, sepolto in un cassetto insieme alle foto e alle lettere delle ragazze, ritorna alla luce grazie alla poetessa, che con pazienza converte l’invisibile in visibile.
E di nuovo, un gioco di coincidenze inesplicabili, di rimandi e di echi tra la Storia e la storia, porta avanti il racconto con continui affondi in epoche e luoghi diversi, tra l’Europa, Roma, Riccione e il Medio Oriente, fino a giungere alla conclusione, in cui si fondono la minuzia e la sintesi.