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Franco Maria Ricci Editore
I Segni dell'Uomo
191

Finimondi

John Martin 1789-1854

Testi di: Jorge Luis Borges, William Feaver, Gianfranco Malafarina, antologia a cura di Jorge Luis Borges con testi di “Genesi”, “Geremia”, “Giudici”, Virgilio, Seneca, Vangeli apocrifi, Plinio, Bulwer-Lytton, Quevedo, elegia anglosassone, Rodrigo Caro, Samuel Pepys, Voltaire, Giuseppe Gorani, Tu Fu, Su Shih, Francesco Guicciardini, Joachim du Bellay, Ezra Pound, Sant’Agostino, Poe, “Le mille e una Notte”, Snorri Sturluson, Carl Sandburg, Percy Bysshe Shelley, Volney, Jack London
1997 / 200 PAGINE. Lingua: Tre edizioni: italiano, francese, spagnolo
Paradisi perduti, diluvi, incendi, crolli, cadute di imperi e crepuscoli di civiltà. Le spettacolari visioni di John Martin (1789-1854) e le più esaltanti catastrofi della letteratura scelte e presentate da Jorge Luis Borges.
La storia di Finimondi è estremamente peculiare: nato dall’idea di Jorge Luis Borges di raccogliere un’antologia delle più belle catastrofi letterarie, dal terremoto di Lisbona alla fine del Colosso di Rodi, venne rimandato più e più volte nel tempo e le immagini che avrebbero dovuto illustrarlo, le opere del misterioso pittore napoletano Monsù Desiderio, erano circondate da un alone di superstizione. I ritardi si susseguirono e le esitazioni si moltiplicarono. Finché Borges scomparve e Monsù Desiderio fu sostituito dalle opere di John Martin. Il volume, con i brani scelti e commentati da Borges e illustrato dalle temibili immagini di catastrofi del pittore inglese, diventa quindi un apologo sulla fugacità dei libri e del mondo, con un allegro valore apotropaico.
Franco Maria Ricci Editore

Perché ci attrae la fine delle cose? Perché più nessuno canta l’aurora, e non v’è chi non canti l’occaso? Perché ci attrae più la caduta di Troia che le vicissitudini degli achei? Perché preferiamo l’Inferno della Commedia al Paradiso? Perché, fra tutti i personaggi della Commedia, Ulisse è forse il più memorabile? Perché, istintivamente, pensiamo alla sconfitta di Waterloo e non alla vittoria? Perché la morte possiede una dignità che la nascita dell’uomo non possiede? Perché si individua la fine di un’epoca con la caduta di Costantinopoli? Perché la tragedia gode di un rispetto che la commedia non ottiene? Perché sentiamo che il lieto fine è sempre fittizio? Perché i vinti sono, per la memoria, i vincitori? Perché la morte violenta è ora così facile? Perché pensiamo all’agonia e non alla resurrezione? […] Si direbbe che l’epoca
nostra è capace solo della tragedia e dell’elegia. L’incubo è assai più attraente del sogno.

Franco Maria Ricci Editore
Franco Maria Ricci Editore
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